DOVE SI TROVA IL DENARO

È una domanda molto frequente soprattutto davanti a un bilancio che riporta degli UTILI che però non trovano corrispondenza nella DISPONIBILITÀ di conto corrente o di cassa.

Intanto bisogna considerare il fatto che se il dato dell’UTILE è quello calcolato dal commercialista a fine anno, si tratta dell’utile FISCALE, ottenuto aggiungendo o togliendo all’UTILE OPERATIVO tutte quelle voci che servono per il calcolo delle imposte e non è di conseguenza un dato veritiero sull’effettivo rendimento dell’attività dell’impresa (che ha a che fare anche con costi non significativi per il calcolo delle imposte). Fra l’altro questo dato può cambiare sensibilmente a seconda della strategia fiscale adottata.

Poniamo quindi di considerare l’UTILE OPERATIVO, o MARGINALITÀ: dove si trova il denaro corrispondente, se i conti correnti non rispecchiano questo dato?

È fondamentale capire che l’attività operativa spesso porta a far sì che i flussi finanziari non siano gestiti completamente sui conti correnti e sulla cassa, ma anche in altri contesti. Vediamo quindi dove il denaro viene trattenuto, nel senso che non è nella immediata disponibilità:

  • CREDITI VERSO I CLIENTI
  • MAGAZZINO

Per lo stesso principio vale anche il caso contrario, ovvero che l’impresa si stia finanziando con denaro di altri, aumentando la propria disponibilità liquida:

  • DEBITI VERSO LE BANCHE PER ANTICIPI SU FATTURE E RI.BA.
  • DEBITI VERSO I FORNITORI
  • DEBITI VERSO LO STATO
  • DEBITI VERSO I SOCI

Riconsiderando quindi l’UTILE OPERATIVO alla luce di quanto sia impegnato o trattenuto da queste voci, ci si può rendere conto dell’assetto finanziario dell’impresa e, in caso di necessità (per esempio quando ci si trova spesso in carenza di liquidità), impostare una strategia per riportare l’equilibrio finanziario tenendo conto delle effettive capacità dell’attività rapportate alle necessità operative.